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La segale infatti veniva impiegata praticamente ovunque: in cucina, per imbottire i pagliericci e per la copertura dei tetti delle abitazioni. In cucina la farina di segale viene usata principalmente per fare il pane e in alcuni casi anche per fare la pasta. In passato le fette di pane veniva immerse nella zuppa di verdure e si otteneva la panada.

Il pane di segale (pan ed biava) si può ottenere sia usando solo farina di segale sia mischiandola con la farina bianca. Avendo meno forza di lievitazione, la pasta, in genere, si allarga e le pagnotte restano basse, più sottili di quelle di pane bianco.

Il lavoro di quasi 30 anni ha infine prodotto i suoi frutti: oggi la razza sambucana è riconosciuta tra i prodotti Slow-Food e come PAT (Prodotto Agricolo Tradizionale) del Piemonte. Attualmente in valle si contano circa 3500 capi che in estate salgono ai pascoli e nei mesi invernali sono ricoverati in stalla. La Sambucana è un’ottima produttrice di lana e latte (da cui deriva “la toumo”) ma è rinomata soprattutto per la sua carne: pregiata, dal sapore delicato, povera di filamenti grassi. È entrata a far parte del menu di molti ristoranti di alto livello.

Ogni anno l’appuntamento per poter ammirare questi preziosi animali è la tradizionale festa dei Santi a Vinadio, dove circa 30 allevatori portati più di 300 capi, e ai proprietari degli ovini migliori vengono consegnati premi e riconoscimenti.

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